Siamo un gruppo di ragazzi che ha celebrato l’anno scorso la cresima e stiamo cercando di renderci utili agli altri. In questa Quaresima abbiamo parlato di te, del tuo apostolato e vogliamo conoscere di più su quello che fai e delle motivazioni che guidano il tuo ministero e del tuo stile di vita.
Ecco le nostre domande!
- Perché proprio missionario?
Ahh! Questa domanda dovreste farla al buon Dio. È stato Lui a condurmi su questa strada e ad aprirmi tutte le porte che conducono su questa via. Avevo un buon lavoro, andavo anche all’estero, guadagnavo bei soldi, avevo una macchina da 200 km/h e tante altre cose, ma non ero felice. Non avevo nessuna idea di fare il prete ed il missionario. Poi ho riscoperto Dio ed il messaggio di Gesù e ho capito che se volevo essere veramente felice nella mia vita, dovevo lasciare il mio bel lavoro e seguire Lui sulla strada della missione.
- Come ci si sente ad essere missionario?
Questa è facile. Ci si sente felici! E questo è proprio strano. Vivo in mezzo ai campi, la corrente va sempre via, nessuna pizzeria nel raggio di 400 km eppure sono contento. Non è la felicità di chi vince, quella dura poco, è una gioia ed una serenità che c’è sempre, una cosa divina.
- Che cosa si prova lontano da casa?
Quanto torno in Italia per le vacanze mi sento a casa, i primi giorni mi dico: “Vivevi in un paradiso!!! Cosa ti è venuto in mente di andare in Bangladesh!”. Quando rientro provo la stessa sensazione, quella di sentirmi a casa. Dovunque sono, mi sento a casa, non mi sono mai sentito lontano da casa. La nostalgia non la conosco.
- Hai mai pensato di abbandonare la missione e tornare a casa?
Le difficoltà sono tante qui, ma non ho mai pensato di abbandonare il sacerdozio e la missione. Finché il Signore mi sostiene e mi fa felice perché mai dovrei abbandonare questa strada? Mai più! Le difficoltà quando si affrontano con l’aiuto del Signore è facile superarle. Ho avuto la tentazione di tornare in Italia quando lo scorso novembre hanno ferito il mio confratello p. Parolari, ma è durata poco, il Signore aiuta.
- Il Papa è mai venuto a trovarvi?
Giovanni Paolo II è venuto in Bangladesh e ha celebrato la Messa in uno stadio vicino all’aeroporto della capitale. Questo però è avvenuto prima che io arrivassi qui.
- Ci sono persone che provano ad intralciare la tua missione?
Fin’ora mai nessuno è venuto a dirmi di tornare nel mio paese perché sono cristiano. La gente bengalese è molto rispettosa delle altre religioni. Da un po’ di anni però stanno entrando altre idee, meno accoglienti. Sono però idee contrarie al sentimento popolare e non trovano molto supporto, sono circoscritte a piccoli gruppi.
- C’è qualche bambino che vorrebbe diventare prete?
Si. Ci sono quattro ragazzi della mia missione che sono nel seminario diocesano e proprio ieri sono venuti da me altri due che vorrebbero diventare sacerdoti. Chi capisce che far felici gli altri è la cosa più bella del mondo non fa fatica a capire se il Signore lo chiama su questa strada. Poi le vie sono tante, ma c’è anche quella del sacerdozio!
- Nel tuo villaggio ci sono solo cristiani o ci sono altre religioni?
Nel villaggio dove vivo, noi cristiani siamo la minoranza. La maggioranza è mussulmana, poi ci sono hindu e animisti. Quest’ultimi sono quelli che credono che ogni cosa sia animata da uno spirito.
- La tua scelta è stata influenzata dai genitori?
No, per niente. Non mi hanno mai influenzato, mi hanno sempre lasciato libero. Poi hanno visto che sono contento e quindi sono felici anche loro.
Grazie a Padre Pier!!!