Sabato 15 ottobre oltre tremila ragazzi provenienti da tutta la Diocesi hanno oltrepassato la Porta Santa in occasione del Giubileo dei chierichetti presso il Duomo di Milano. C’eravamo anche noi e vogliamo raccontarvi cosa ci ha detto l’Arcivescovo Scola durante l’omelia!
Dopo aver fatto notare le nuovi luci che mettono in risalto gli splendidi capitelli del Duomo, il Cardinale ci ha ricordato che «la bellezza del nostro tempio non è nulla in confronto allo splendore delle pietre vive che noi siamo, lasciandoci riunire da Gesù che è venuto e viene in mezzo a noi».
Scola ci ha raccontato anche un aneddoto del lontano 1951, quando lui era un ragazzino e un chierichetto di quinta elementare alle prime armi.
«A Malgrate, nel mio paese venne in visita il beato Schuster e il sacerdote ci disse che avremmo dovuto essere in chiesa alle 3 del mattino. Quando arrivò il Cardinale si mise in ginocchio sull’altare e lì stette fermo due ore in preghiera. Io non ce la facevo più, ma vi assicuro che quella scena mi è rimasta in mente e vi sono ritornato poco prima di diventare prete, come segno della grandezza che noi cristiani diamo, nel partecipare al Mistero eucaristico di Gesù, potendolo servire. Questo è il modo più diretto per dirvi la bellezza del vostro compito».
A chiusura del giubileo l’Arcivescovo ci ha ricordato che ci è vicino, ci accompagna sempre e che in una giornata come questa è come se abbracciasse ad uno ad uno tutti noi ministranti, «ragazzi e ragazze che servono il Signore e danno testimonianza di Gesù ai loro coetanei».
Grazie Angelo Scola!