2017

“Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Lc 2,6-7)”

Partendo da questi versetti dell’evangelista Luca è nata l’idea di rappresentare la Natività dove oggi, chi ricerca un alloggio o un luogo di accoglienza, spesso si ritrova suo malgrado a dover vivere. Nuove povertà, immigrazione, problemi famigliari sono solo alcuni dei motivi che spingono parecchie persone a vivere letteralmente “sotto un ponte”.

Il ponte è freddo riparo dalle intemperie ma anche simbolo di unione fra due sponde e due realtà. Per questo motivo l’arcata sotto la quale si posiziona chi visita il Presepe, rappresenta idealmente la condivisione fra il messaggio che la nascita di Gesù disteso su una rete da pesca ci manda e la nostra responsabilità di testimonianza quotidiana dell’essere credenti.

La Natività è rappresentata sotto il ponte di Olginate dedicato a Vittorio Emanuele III inaugurato nel 1911 e abbattuto nel 1925 dopo un cedimento strutturale. Sugli stessi piloni venne edificato nel 1927 l’attuale costruzione. La scena è completata con la ricostruzione della navigazione sul fiume di un barcone, chiamato comballo, adibito al trasporto di merci da e per Milano. Queste imbarcazioni venivano fatte risalire lungo il Naviglio di Paderno e il Fiume Adda sfruttando il traino di cavalli o buoi che percorrevano la strada alzaia ancor oggi presente lungo l’argine.

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