Tutti gli articoli di Diego Redaelli

2023

Presepe 2023, … lo depose in una mangiatoia

La semplicità delle origini. Per presentare il presepe di quest’anno ci affidiamo alle parole di Papa Francesco:“… il presepe è qualcosa che ha segnato anche la mia infanzia: nella casa dei miei genitori a Buenos Aires non mancava mai questo segno del Natale, prima ancora dell’albero. L’emozione di quella vista mi spinge ad approfondire il mistero cristiano che ama nascondersi dentro ciò che è infinitamente piccolo: la piccolezza, infatti, è la strada per incontrare Dio. Ecco la ragione per cui salvaguardare lo spirito del presepe diventa una salutare immersione nella presenza di Dio che si manifesta nelle piccole, talora banali e ripetitive, cose quotidiane. Saper rinunciare a ciò che seduce, ma porta su una brutta strada, per capire e scegliere le vie di Dio, è il compito che ci attende. I pastori nel presepe sono quelli che accolgono la sorpresa di Dio e vivono con stupore l’incontro con Lui, adorandolo: nella piccolezza riconoscono il volto di Dio. Umanamente siamo tutti portati a ricercare la grandezza, ma è un dono saperla trovare davvero: saper trovare la grandezza in quella piccolezza che Dio tanto ama …

Nella notte di Natale due sono i segni che ci guidano nel riconoscere Gesù.

Uno è il cielo pieno di stelle. Sono tante, un numero infinito, ma fra tutte spicca una stella speciale, quella che spinge i Magi a partire dalle proprie case e iniziare un viaggio, un cammino che essi non sapevano dove li avrebbe condotti. Succede così anche nella nostra vita: in un certo momento qualche “stella” speciale ci invita ad assumere una decisione, a fare una scelta, a iniziare un cammino. A Dio dobbiamo con forza chiedere di farci vedere quella stella che ci spinge verso qualcosa in più rispetto alle nostre abitudini, perché quella stella ci porterà a contemplare Gesù, quel bimbo che nasce a Betlemme e che vuole la nostra piena felicità.

In quella notte resa santa dalla nascita del Salvatore troviamo un altro segno potente: la piccolezza di Dio. Gli angeli indicano ai pastori un bambino nato nella mangiatoia. Non un segno di potenza o di superbia ma un bambino indifeso, mite, umile. Dio si è abbassato perché noi potessimo camminare con Lui e perché Lui potesse mettersi al nostro fianco. Stupore e meraviglia sono i due sentimenti che emozionano tutti, piccoli e grandi, davanti al presepe che è come un Vangelo vivo che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta è che esso parli alla vita.

Nella notte del Natale del 1223, di cui quest’anno festeggiamo l’800° centenario, quando San Francesco arrivò, trovò la greppia con il fieno, il bue e l’asinello. La gente accorsa manifestò una gioia indicibile, mai assaporata prima. Poi il sacerdote, sulla mangiatoia, celebrò solennemente l’Eucaristia, mostrando il legame tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eucaristia. In quella circostanza, a Greccio, non esisteva nessuna statuina: il presepe venne realizzato e vissuto da quanti erano presenti. Sono certo che il primo presepe, che realizzò una grande opera di evangelizzazione, possa anche oggi essere l’occasione per suscitare stupore e meraviglia. Così, ciò che san Francesco iniziò con la semplicità di quel segno permane fino ai nostri giorni, come una genuina forma della bellezza della nostra fede”. A tutti il nostro augurio di sentire ancora oggi nel cuore lo stupore e la meraviglia della notte del primo presepe. Buon Natale!

Il gruppo presepe

2022

Presepe 2022, 20 anni e 20 realizzazioni

Anno 2022 (20 e due volte 2) in questa fortuita combinazione di numeri è racchiusa la storia del Gruppo Presepe di Olginate.

20 gli anni passati da quando un gruppo di ragazzi si inventava come presepista e realizzava la prima Natività in Chiesa Parrocchiale. Nel tempo il gruppo è poi cresciuto, si è formato nelle tecniche costruttive e ha lasciato viaggiare la fantasia per individuare i soggetti e le ambientazioni sempre diverse.

20 le realizzazioni effettuate e quest’anno, per celebrare l’anniversario, abbiamo scelto una ambientazione essenziale e tradizionale. Come ci racconta l’evangelista Luca (Luca 2, 1-20):

“In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama».

Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.”

Ecco, quindi, la Natività in una grotta adibita a stalla con Gesù posto nella mangiatoia e i pastori che accorrono per testimoniare il lieto evento che cambierà la storia dell’umanità.

Per l’Epifania arriveranno dall’oriente anche i Magi.

“Tu scendi dalle stelle

O Re del Cielo

E vieni in una grotta

Al freddo al gelo”

Il Gruppo Presepe.

2021

Il Presepe realizzato nelle nostre case (parte 2)

Il Presepe allestito per il per Natale 2021 completa e conclude il progetto iniziato lo scorso anno ispirato alle parole di Papa Francesco contenute nella Lettera Apostolica Admirabile Signum.

Papa Francesco ci esorta a riscoprire il significato del Presepe e la bellezza del realizzarlo nella propria casa; infatti, afferma “… vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe.

In questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano, tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.

Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo …”

Quanto realizzato nel 2020 risentiva in modo significativo delle problematiche dovute al Covid 19 e delle restrizioni legate al lockdown, di tutto il progetto pensato solo la scena principale era stata realizzata. Le libertà di movimento e aggregazione attive in questi mesi, ci hanno permesso di lavorare con tranquillità sulle scene mancanti rispettando le normative vigenti (immagini allestimento).

Primo, secondo piano e sfondo

Questi tre elementi sono fondamentali per dare profondità e completezza alla scena rappresentata.

In primo piano e ben visibile, è posta normalmente la Natività che deve essere sempre il cuore della realizzazione e nel nostro caso, è il tavolo su cui il ragazzino ha posizionato il proprio Presepe (IMG01). L’interno della cucina, con la madre e il padre intenti alle loro attività quotidiane (IMG02, IMG03, IMG04), è il contorno che completa e da significato al tema riguardante la preparazione del Presepe in ogni casa (IMG05).

La porta aperta e spalancata sull’orto cattura e guida lo sguardo del visitatore sul secondo piano che allarga e rende più reale la rappresentazione (IMG06). Per rispettare le prospettive sono state utilizzate statue più piccole e vegetazione in scala per riprodurre i contadini che si stanno recando alla casa col Presepe.

I muretti dividono gli spazi e permettono anche un ulteriore terzo piano col pastore e le piante di dimensioni ridotte.

Infine, lo sfondo con le montagne, chiude la visione dell’ambiente esterno ma nella mente del visitatore apre ed amplifica gli spazi (IMG07).

Luci ed effetti luminosi

L’illuminazione riveste un ruolo importante nella costruzione di un Presepe. Nella cucina un faretto illumina con continuità la Natività e la mantiene al centro della nostra attenzione. Per le altre luci è stato predisposto un ciclo di accensioni e modulazioni che corrisponde alle 24 ore della giornata con alba, giorno, tramonto e notte per dare “movimento” alla rappresentazione (IMG08).

L’Epifania

Le statuette dei Magi sono per ora ancora riposte nella scatola sullo sgabello, verranno messe in posizione per l’Epifania completando dal punto di vista temporale la rappresentazione della Natività (IMG09 e seguenti).

2020

Il Presepe nella nostra casa

“… vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe.

In questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano, tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.

Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo…”

L’allestimento di quest’anno è ispirato alle parole di Papa Francesco nella Lettera Apostolica Admirabile Signum, dove ci esorta a riscoprire il significato del Presepe e la bellezza del “fare” il Presepe nella propria casa.

Il Presepe riproduce l’interno di un’abitazione dei nostri nonni, con mamma e papà intenti alle attività quotidiane e il figlioletto che sta realizzando il suo presepe. Mentre la mamma sta facendo il bucato e il papa sta rifornendo di legna la stufa, il ragazzino, dopo aver posizionato le statuine, partecipa alla gioia della Natività con il suono della sua zampogna.

2019

Il Presepe 2019

Il Presepe non è una semplice tradizione, ma è la rappresentazione di un evento che ha cambiato la nostra storia, ognuno di noi ha l’occasione di sperimentare col Natale la stessa gioia provata dai pastori per aver visto e conosciuto il Salvatore. Ci mettiamo quindi in ascolto della parola dell’evangelista Luca e di Papa Francesco e ci lasciamo avvolgere dalla luce del Signore come accadde ai pastori di Betlemme.

La Nascita di Gesù e la visita dei pastori nel Vangelo di Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Anche Giuseppe, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e pace in terra agli uomini che egli ama».

Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Dalla Lettera Apostolica “Admirabile Signum” del Santo Padre Francesco

L’origine del presepe trova riscontro anzitutto in alcuni dettagli evangelici della nascita di Gesù a Betlemme. L’Evangelista Luca dice semplicemente che Maria «diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio». Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe.

Entrando in questo mondo, il Figlio di Dio trova posto dove gli animali vanno a mangiare. Il fieno diventa il primo giaciglio per Colui che si rivelerà come «il pane disceso dal cielo». Una simbologia che già Sant’Agostino, insieme ad altri Padri, aveva colto quando scriveva: «Adagiato in una mangiatoia, divenne nostro cibo». In realtà, il presepe contiene diversi misteri della vita di Gesù e li fa sentire vicini alla nostra vita quotidiana.

Gesù nasce a Olginate

Il Presepe 2019 rappresenta la nascita con Gesù posto nella mangiatoia attorniato dai pastori e dai primi “semplici” testimoni dell’Incarnazione. L’ambientazione è ispirata ad una stalla ancora parzialmente visibile in Olginate in una corte di Via Colombo, la stalla fu utilizzata da Gilardi Angelo Giuseppe detto “Barbison” di Fausta, fino agli anni 60 del secolo scorso.

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2018

Gesù nasce a Olginate

Sta soffiando un vento gelido, insistente, che se ne frega della mantella tenuta stretta e alta sul collo e si intrufola impertinente ovunque sotto i vestiti. Giuseppe alza lo sguardo e osserva il comballo che sta risalendo l’Adda trainato da due buoi, si gira verso Maria, aggrappata alla sella dell’asinello, e pensa a quanto poteva essere comodo e caldo quel mezzo per raggiungere Lecco, ma i soldi sono sempre pochi e così eccoli qui a piedi sulla strada alzaia in balia di un Brevùn che raramente si vede.

Una curva ancora ed ecco nel crepuscolo finalmente comparire le luci di Olginate e con esse un po’ di vigore che spinge ad affrettare il passo e cercare una locanda per la notte. Maria si accorge dell’andatura aumentata e guarda Giuseppe con gratitudine per tutta la cura che sta mostrando da quando, incinta, si sono messi in viaggio.

Giunti finalmente nella zona della Piazza del Porto, Giuseppe si affretta a bussare alla prima locanda che incontra: “che vuoi?” Ottiene come risposta e subito dopo un: “siamo pieni, non abbiamo posto” come conclusione del breve colloquio. Giuseppe, suo malgrado, saluta e si avvia verso un’altra insegna illuminata sperando in cuor suo in un po’ più di fortuna e pensa: in fondo siamo stranieri, non ci conoscono.

Bussa di nuovo e dopo un poco due occhi lo fissano malevolmente dallo spioncino del portone, fiducioso accenna: “buon uomo siamo io e mia moglie incinta, vorremmo un posto dove riposarci e poter passare la notte”. Per tutta risposta la fessura si chiude e il catenaccio scorre a serrare il portone.

“Giuseppe!”, la voce di Maria lo distoglie dai suoi cupi pensieri per gettarlo nello sgomento: “penso che stia arrivando il momento, affrettiamoci a trovare un posto.”

Giuseppe si guarda attorno, nella piazza non vede anima viva, ma nota una via illuminata che sale in leggera salita e vi si dirige spronando il ciuco. Appena iniziata la salita, la mano di Maria gli stringe con forza la spalla, gli sguardi si incrociano e non servono parole per spiegare che il tempo per il parto è arrivato. Giuseppe vede un portone con un androne riparato, rapidamente prende Maria, la fa sdraiare su una stuoia come meglio riesce e si mette accanto a lei compiendo l’unico gesto che ora poteva fare, le stringe le mani …

“Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Lc 2,6-7)”

2017

“Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Lc 2,6-7)”

Partendo da questi versetti dell’evangelista Luca è nata l’idea di rappresentare la Natività dove oggi, chi ricerca un alloggio o un luogo di accoglienza, spesso si ritrova suo malgrado a dover vivere. Nuove povertà, immigrazione, problemi famigliari sono solo alcuni dei motivi che spingono parecchie persone a vivere letteralmente “sotto un ponte”.

Il ponte è freddo riparo dalle intemperie ma anche simbolo di unione fra due sponde e due realtà. Per questo motivo l’arcata sotto la quale si posiziona chi visita il Presepe, rappresenta idealmente la condivisione fra il messaggio che la nascita di Gesù disteso su una rete da pesca ci manda e la nostra responsabilità di testimonianza quotidiana dell’essere credenti.

La Natività è rappresentata sotto il ponte di Olginate dedicato a Vittorio Emanuele III inaugurato nel 1911 e abbattuto nel 1925 dopo un cedimento strutturale. Sugli stessi piloni venne edificato nel 1927 l’attuale costruzione. La scena è completata con la ricostruzione della navigazione sul fiume di un barcone, chiamato comballo, adibito al trasporto di merci da e per Milano. Queste imbarcazioni venivano fatte risalire lungo il Naviglio di Paderno e il Fiume Adda sfruttando il traino di cavalli o buoi che percorrevano la strada alzaia ancor oggi presente lungo l’argine.

2016

La Natività è posta in una stanza della Filanda degli Abegg che è vicina al Casello dei Pescatori. In continuità con il 2015 viene rappresentato un ambiente di lavoro duro e dove i lavoratori venivano sfruttati. Sono loro i prescelti per testimoniare la venuta del Salvatore.

Tutto è riprodotto con polistirene lavorato e colorato con terre naturali e colle per edilizia.

 

2015

La Natività è posta in riva al lago e sullo sfondo il Casello dei Pescatori di Olginate. E’ la  versione adattata alla nostra realtà dei pastori, di chi lavora e fatica anche di notte ma che è stato scelto nel disegno di Dio per andare ad adorare il Bambino.

La tecnica utilizzata prevede la lavorazione dei pannelli di polistirene le cui superfici sono rese molto realistiche con l’utilizzo di colle colorate normalmente in uso nell’edilizia, la nebbia sul lago è prodotta per evaporazione di acqua tramite ultrasuoni. Tutti i dettagli sono realizzati per l’occasione.

 

2014

La Natività è posta nel portico del chiostro del Convento di santa Maria alla Vite a Olginate. Il fedele che si accosta al Presepe può quasi abbracciare la natività posta in primo piano, il mistero della nascita è li di fronte a ciascuno di noi e ci interroga nel profondo del nostro cuore.

La realizzazione vede l’utilizzo di pannelli di polistirene che sono leggeri e lavorabili con incisione a caldo, la colorazione è fatta utilizzando terre naturali applicate con colla di coniglio (come avveniva per gli antichi affreschi).