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2021

Il Presepe realizzato nelle nostre case (parte 2)

Il Presepe allestito per il per Natale 2021 completa e conclude il progetto iniziato lo scorso anno ispirato alle parole di Papa Francesco contenute nella Lettera Apostolica Admirabile Signum.

Papa Francesco ci esorta a riscoprire il significato del Presepe e la bellezza del realizzarlo nella propria casa; infatti, afferma “… vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe.

In questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano, tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.

Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo …”

Quanto realizzato nel 2020 risentiva in modo significativo delle problematiche dovute al Covid 19 e delle restrizioni legate al lockdown, di tutto il progetto pensato solo la scena principale era stata realizzata. Le libertà di movimento e aggregazione attive in questi mesi, ci hanno permesso di lavorare con tranquillità sulle scene mancanti rispettando le normative vigenti (immagini allestimento).

Primo, secondo piano e sfondo

Questi tre elementi sono fondamentali per dare profondità e completezza alla scena rappresentata.

In primo piano e ben visibile, è posta normalmente la Natività che deve essere sempre il cuore della realizzazione e nel nostro caso, è il tavolo su cui il ragazzino ha posizionato il proprio Presepe (IMG01). L’interno della cucina, con la madre e il padre intenti alle loro attività quotidiane (IMG02, IMG03, IMG04), è il contorno che completa e da significato al tema riguardante la preparazione del Presepe in ogni casa (IMG05).

La porta aperta e spalancata sull’orto cattura e guida lo sguardo del visitatore sul secondo piano che allarga e rende più reale la rappresentazione (IMG06). Per rispettare le prospettive sono state utilizzate statue più piccole e vegetazione in scala per riprodurre i contadini che si stanno recando alla casa col Presepe.

I muretti dividono gli spazi e permettono anche un ulteriore terzo piano col pastore e le piante di dimensioni ridotte.

Infine, lo sfondo con le montagne, chiude la visione dell’ambiente esterno ma nella mente del visitatore apre ed amplifica gli spazi (IMG07).

Luci ed effetti luminosi

L’illuminazione riveste un ruolo importante nella costruzione di un Presepe. Nella cucina un faretto illumina con continuità la Natività e la mantiene al centro della nostra attenzione. Per le altre luci è stato predisposto un ciclo di accensioni e modulazioni che corrisponde alle 24 ore della giornata con alba, giorno, tramonto e notte per dare “movimento” alla rappresentazione (IMG08).

L’Epifania

Le statuette dei Magi sono per ora ancora riposte nella scatola sullo sgabello, verranno messe in posizione per l’Epifania completando dal punto di vista temporale la rappresentazione della Natività (IMG09 e seguenti).

2020

Il Presepe nella nostra casa

“… vorrei sostenere la bella tradizione delle nostre famiglie, che nei giorni precedenti il Natale preparano il presepe.

In questo nuovo mondo inaugurato da Gesù c’è spazio per tutto ciò che è umano e per ogni creatura. Dal pastore al fabbro, dal fornaio ai musicisti, dalle donne che portano le brocche d’acqua ai bambini che giocano, tutto ciò rappresenta la santità quotidiana, la gioia di fare in modo straordinario le cose di tutti i giorni, quando Gesù condivide con noi la sua vita divina.

Davanti al presepe, la mente va volentieri a quando si era bambini e con impazienza si aspettava il tempo per iniziare a costruirlo…”

L’allestimento di quest’anno è ispirato alle parole di Papa Francesco nella Lettera Apostolica Admirabile Signum, dove ci esorta a riscoprire il significato del Presepe e la bellezza del “fare” il Presepe nella propria casa.

Il Presepe riproduce l’interno di un’abitazione dei nostri nonni, con mamma e papà intenti alle attività quotidiane e il figlioletto che sta realizzando il suo presepe. Mentre la mamma sta facendo il bucato e il papa sta rifornendo di legna la stufa, il ragazzino, dopo aver posizionato le statuine, partecipa alla gioia della Natività con il suono della sua zampogna.

2019

Il Presepe 2019

Il Presepe non è una semplice tradizione, ma è la rappresentazione di un evento che ha cambiato la nostra storia, ognuno di noi ha l’occasione di sperimentare col Natale la stessa gioia provata dai pastori per aver visto e conosciuto il Salvatore. Ci mettiamo quindi in ascolto della parola dell’evangelista Luca e di Papa Francesco e ci lasciamo avvolgere dalla luce del Signore come accadde ai pastori di Betlemme.

La Nascita di Gesù e la visita dei pastori nel Vangelo di Luca

In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Anche Giuseppe, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta.

Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:

«Gloria a Dio nel più alto dei cieli

e pace in terra agli uomini che egli ama».

Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore.

I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Dalla Lettera Apostolica “Admirabile Signum” del Santo Padre Francesco

L’origine del presepe trova riscontro anzitutto in alcuni dettagli evangelici della nascita di Gesù a Betlemme. L’Evangelista Luca dice semplicemente che Maria «diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio». Gesù viene deposto in una mangiatoia, che in latino si dice praesepium, da cui presepe.

Entrando in questo mondo, il Figlio di Dio trova posto dove gli animali vanno a mangiare. Il fieno diventa il primo giaciglio per Colui che si rivelerà come «il pane disceso dal cielo». Una simbologia che già Sant’Agostino, insieme ad altri Padri, aveva colto quando scriveva: «Adagiato in una mangiatoia, divenne nostro cibo». In realtà, il presepe contiene diversi misteri della vita di Gesù e li fa sentire vicini alla nostra vita quotidiana.

Gesù nasce a Olginate

Il Presepe 2019 rappresenta la nascita con Gesù posto nella mangiatoia attorniato dai pastori e dai primi “semplici” testimoni dell’Incarnazione. L’ambientazione è ispirata ad una stalla ancora parzialmente visibile in Olginate in una corte di Via Colombo, la stalla fu utilizzata da Gilardi Angelo Giuseppe detto “Barbison” di Fausta, fino agli anni 60 del secolo scorso.

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2018

Gesù nasce a Olginate

Sta soffiando un vento gelido, insistente, che se ne frega della mantella tenuta stretta e alta sul collo e si intrufola impertinente ovunque sotto i vestiti. Giuseppe alza lo sguardo e osserva il comballo che sta risalendo l’Adda trainato da due buoi, si gira verso Maria, aggrappata alla sella dell’asinello, e pensa a quanto poteva essere comodo e caldo quel mezzo per raggiungere Lecco, ma i soldi sono sempre pochi e così eccoli qui a piedi sulla strada alzaia in balia di un Brevùn che raramente si vede.

Una curva ancora ed ecco nel crepuscolo finalmente comparire le luci di Olginate e con esse un po’ di vigore che spinge ad affrettare il passo e cercare una locanda per la notte. Maria si accorge dell’andatura aumentata e guarda Giuseppe con gratitudine per tutta la cura che sta mostrando da quando, incinta, si sono messi in viaggio.

Giunti finalmente nella zona della Piazza del Porto, Giuseppe si affretta a bussare alla prima locanda che incontra: “che vuoi?” Ottiene come risposta e subito dopo un: “siamo pieni, non abbiamo posto” come conclusione del breve colloquio. Giuseppe, suo malgrado, saluta e si avvia verso un’altra insegna illuminata sperando in cuor suo in un po’ più di fortuna e pensa: in fondo siamo stranieri, non ci conoscono.

Bussa di nuovo e dopo un poco due occhi lo fissano malevolmente dallo spioncino del portone, fiducioso accenna: “buon uomo siamo io e mia moglie incinta, vorremmo un posto dove riposarci e poter passare la notte”. Per tutta risposta la fessura si chiude e il catenaccio scorre a serrare il portone.

“Giuseppe!”, la voce di Maria lo distoglie dai suoi cupi pensieri per gettarlo nello sgomento: “penso che stia arrivando il momento, affrettiamoci a trovare un posto.”

Giuseppe si guarda attorno, nella piazza non vede anima viva, ma nota una via illuminata che sale in leggera salita e vi si dirige spronando il ciuco. Appena iniziata la salita, la mano di Maria gli stringe con forza la spalla, gli sguardi si incrociano e non servono parole per spiegare che il tempo per il parto è arrivato. Giuseppe vede un portone con un androne riparato, rapidamente prende Maria, la fa sdraiare su una stuoia come meglio riesce e si mette accanto a lei compiendo l’unico gesto che ora poteva fare, le stringe le mani …

“Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. (Lc 2,6-7)”